Il nostro Professionista di riferimento per questi esami: medico chirurgo specialista in Ginecologia ed Ostetricia Dr. Carlo Bergamasco.
ECOGRAFIA I TRIMESTRE
Si consiglia di eseguire l’ecografia del primo trimestre tra la 6 e la 11 settimana di gestazione, in quanto questo periodo è il più corretto per confermare l’instaurazione e l’evoluzione della gravidanza, darne una corretta datazione (cioè stabilire quale sia il giorno dell’ultima mestruazione, UM, da cui iniziare il calcolo dell’inizio gestazione e del suo termine presunto, EPP), determinare quale sia il numero di feti presenti, controllando la loro vitalità.
L’esame non è invasivo e può essere effettuato sia per via pelvica, che per via transvaginale.
Si richiede il riempimento della vescica da parte della paziente, prima dell’effettuazione dell’ecografia.
ECOGRAFIA MORFOLOGICA
L’ecografia morfologica (ecografia del II trimestre di gravidanza) è un esame non invasivo che si effettua tra la 19 e la 21 settimana di gestazione, come suggerito dalle linee guida del Ministero della Salute. La sua finalità è lo screening relativo alla eventuale presenza di malformazioni fetali. L’esame consente di diagnosticare dal 30% al 70% di tutte le possibili malformazioni. È importante ricordare che alcune di queste possono essere evidenziate solo in epoche gestazionali più avanzate a seconda dello stato dello sviluppo fetale. Alcune patologie malformative e di altro genere, avendo carattere evolutivo, possono essere diagnosticate solo alla nascita. La diagnosi precoce di una eventuale malformazione fetale è molto importante poiché consente l’eventuale trattamento della stessa fin dalla nascita. Nei casi più gravi (fortunatamente rari) consente alla coppia, debitamente informata, di decidere se interrompere o continuare la gravidanza adottando, in quest’ultimo caso, tutte le misure rivolte a garantire al nascituro la migliore prognosi possibile. Si tenga presente inoltre che l’ecografia non è la metodica più adatta alla diagnosi di patologie cromosomiche/genetiche fetali, dal momento che in questi casi non sono sempre presenti segni ecograficamente rilevabili. A questo fine si rimanda all’esecuzione della villocentesi o dell’amniocentesi che, di contro, consentono una diagnosi di certezza sulla presenza di questo tipo di patologie.
Il medico ginecologo, durante l’effettuazione dell’ecografia (eseguita con sonda addominale e talvolta sonda trans-vaginale), controlla accuratamente:
- Il numero dei feti presenti, l’età e le dimensioni;
- L’attività cardiaca (presenza di battito, assenza/ presenza di anomalie)
- La posizione della placenta e la presenza e quantità di liquido amniotico;
- La presenza di movimenti fetali.
Viene fatta una valutazione della crescita fetale attraverso la misurazione di questi parametri:
- Il diametro biparietale BPD (cioè la distanza tra le due ossa parietali del feto – per semplificare, misurando la distanza tra orecchio e orecchio);
- La circonferenza cranica HC (la circonferenza della testolina del bambino);
- La circonferenza addominale AC;
- La lunghezza dell’osso femorale FL.
Il medico esamina inoltre accuratamente il feto nella sua interezza: testa, faccia, collo, torace e cuore, addome (apparato digerente, reni, vescica), scheletro, cordone ombelicale, organi genitali.
Nb. Nei casi nei quali lo Specialista lo ritenga necessario, può venir richiesto un esame ecografico di II livello volto a chiarire possibili dubbi diagnostici, o a completare la diagnosi con altri tipi di accertamenti (ecocardiografia fetale, risonanza magnetica fetale, villo/amniocentesi).
ECOGRAFIA DI ACCRESCIMENTO – III TRIMESTRE
L’ecografia di accrescimento viene effettuata tra la 29 e la 32 settimana di gestazione, per:
- Valutare la regolare crescita del feto stimandone anche il peso, misurando : diametro biparietale, BPD, circonferenza cranica, HC, circonferenza addominale, AC, lunghezza del femore, LF (testa- addome- arti);
- Effettuare la comparazione delle misurazioni ottenute con i parametri di riferimento (valutazione del percentile);
- Controllare la posizione della placenta;
- Controllare la quantità del liquido amniotico, per stabilire se quest’ultimo è aumentato, o si è ridotto in quantità;
- Valutare il flusso di sangue attraverso l’arteria ombelicale, che consente di valutare il corretto funzionamento della placenta e costituisce un importante indice di benessere fetale.
DIAGNOSI PRENATALE
Il nostro Professionista di riferimento per la Diagnosi prenatale, medico chirurgo specialista in Ginecologia ed Ostetricia: Dr. Carlo Bergamasco.
Il Test del DNA fetale nel sangue materno può essere eseguito a partire dalla 10 settimana di gravidanza. Consigliamo però di eseguirlo tra la 12 e la 14 settimana: in questo periodo con una ecografia accurata possiamo valutare bene l’anatomia fetale e la translucenza nucale (NT) ed in caso di risultato patologico indirizzare la paziente all’amniocentesi già a partire dalla 15 settimana.
Questo test consente di individuare il 99% dei casi di Sindrome di Down e il 98% dei casi di trisomia 18 con un tasso di falsi positivi attorno a 1/1000.
Non è necessario il digiuno per il prelievo del sangue, che viene eseguito successivamente all’ecografia, comprensiva della valutazione della translucenza nucale dell’anatomia fetale.
È necessario presentarsi con la vescica piena.
il Test combinato/Ultratest viene effettuato a partire dalla 11+2 e non oltre la 13+6.
È necessario presentarsi con la vescica piena. Non serve il digiuno.
È un esame non invasivo. Al momento dell’ecografia ostetrica si misura la translucenza nucale del feto (NT), e successivamente si esegue un prelievo del sangue materno, al fine di valutare la presenza di due ormoni: free beta-hCG (frazione libera della gonadotropina corionica) e PAPP-A (proteina A plasmatica associata alla gravidanza).
Combinando i dati della translucenza nucale, della lunghezza del feto, e i risultati delle analisi del sangue con l’età materna, è possibile esprimere con un numero il rischio che il feto sia affetto da trisomia 21, o da trisomia 18. In caso di alto rischio si invia la paziente alla villocentesi o all’amniocentesi. Seguendo questo percorso si individuano il 90% dei casi di S. di Down con un tasso di falsi positivi del 5%.
NB. LA SCELTA DELLA TIPOLOGIA DI ESAME DI DIAGNOSI PRENATALE ESEGUIBILE PRESSO IL POLIAMBULATORIO, PUÒ ESSERE VALUTATA IN SEDE DI VISITA, DISCUTENDONE CON IL MEDICO DI RIFERIMENTO.